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Habemus Papam
martedì 19 aprile 2005
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Il fatto del giorno è certamente l'elezione del nuovo Pontefice, l'algido cardinale tedesco Ratzinger. E' un segnale di unità e di concordia al'interno della chiesa cattolica. Tuttavia non voglio parlare del nuovo Papa Benedetto XVI. Altri lo faranno in queste ore meglio di me. Voglio raccontare invece una aneddoto. Una consuetudine quasi sempre seguita dai Papi appena eletti era quella di designare il Segretario del Conclave come prossimo porporato, attraverso il gesto significativo della ”traditio” del proprio zucchetto cardinalizio. Eppure, nel giugno del 1963, alla morte di Giovanni XXIII, il neo eletto Papa Montini, che prese il nome di Paolo VI, non ritenne di doversi conformare a questa antica prassi, destando una certa sorpresa ed imbarazzo negli ambienti del Vaticano. Il Segretario del Conclave era un arzillo Vescovo siciliano(era nato a Palazzolo Acreide), di cinquantotto anni: si chiamava Francesco Carpino. Nei giorni precedenti al Conclave,esattamente il 10 giugno del 1963, un famoso giornalista lo aveva incrociato a Roma in Via della Conciliazione e gli aveva chiesto: ” E’ vero che lei ha dato disposizioni perché le tasche del primo vestito bianco del nuovo Papa siano cucite?”. Il monsignore lo aveva guardato stupito. ”Non capisco. Perché le tasche dovrebbero essere cucite?”. E il giornalista di rimando: ”Perché il Papa non potendosi mettere in tasca lo zucchetto potrebbe deporlo sul suo capo insignendolo anticipatamente del Cardinalato”. Carpino aveva alzato le spalle, anche se una risatella ironica era fuoriuscita dalla sua bocca. Pochi giorni dopo, il neo Papa Montini non consegnò, come ci si attendeva, lo zucchetto cardinalizio allo stesso Carpino. Molti si interrogano ancora sulle ragioni di quel ”rifiuto”.

Carpino è stato una delle personalità più prestigiose e controverse della chiesa siciliana del secolo scorso, che negli anni immediatamente seguenti al Concilio dette impulso al rinnovamento di strutture, metodologie e persone all’interno degli organismi del Vaticano. Era stato dal 1929 al 1951, professore di teologia dogmatica alla Pontificia Università Lateranense, divenendo , qualche anno dopo, uno dei più accaniti sostenitori della svolta riformatrice ed ecumenica di Papa Giovanni XXIII. Poi aveva capeggiato la Crociera della Fraternità tra i fratelli Ortodossi di espressione greca, una circostanza che aveva provocato non poca diffidenza nei suoi confronti. Per il suo esplicito ”modernismo” qualcuno lo aveva indicato persino tra i possibili successori a Papa Giovanni XXIII. Per questo, forse,lo stesso Papa Montini, ed alcuni Ordini ecclesiastici come quello dei Gesuiti, ne temevano la forte personalità ed il carisma. In effetti, solo nel giugno del 1967, Paolo VI decise di insignire Carpino del titolo di Cardinale e Arcivescovo di Palermo, come successore del Cardinale Ernesto Ruffini, scomparso improvvisamente, dopo un lungo episcopato. Una carica che lo stesso Carpino manterrà fino al 7 marzo del 1970, quando comunicò al Papa le sue dimissioni dalla diocesi di Palermo, ufficiosamente per motivi di salute, “perché le forze non mi consentono di lavorare con quel vigore e quella energia che il rinnovamento in atto nella vita della Chiesa esige”.

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