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Addio, Karol
venerdì 8 aprile 2005
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Ho avuto la fortuna di vedere più volte da vicino Papa Giovanni Paolo “Magno”. La prima volta fu il 2 maggio del 1991. Sergio D’Antoni era stato eletto due giorni prima segretario della Cisl, e fu invitato nella grande sala Paolo VI a commentare l’enciclica “Centesimus Annus”, in occasione dei cento anni della Rerum Novarum. Subito dopo fummo ricevuti dal Papa proprio nella Sala Clementina, la stessa stanza dove il corpo del Pontefice è stato composto subito dopo la sua scomparsa. Fu un momento di grande emozione. Qualcuno piangeva, visibilmente commosso. D’Antoni , elegantissimo e come sempre in forma splendida, presentò al Papa , uno ad uno, tutti i dirigenti della Cisl, spiegandogli di che cosa si occupassero. Il Papa sorrideva con gli occhi e annuiva molto interessato. Anch’io lo salutai,tentando di baciargli la mano. Ma lui mi fece subito rialzare. Emanava una luce speciale, un alone di santità che rasserenava il cuore. Esattamente venti giorni dopo nacque mia figlia. Portai anche lei dal Papa un anno dopo, all' udienza straordinaria dei lavoratori poligrafici. Mentre la tenevo in braccio, il Pontefice si avvicinò e accarezzandola, gli fece il segno della croce sulla fronte. Non dimenticherò mai quel momento. Ho cercato più volte in Vaticano una foto che testimoniasse quella straordinaria benedizione, ma non sono riuscito mai a trovarla. I fotografi furono presi in contropiede da uno dei consueti gesti fuori programma di Giovanni Paolo II.

Nel maggio del 2000, nella spianata di Tor Vergata , si svolse il Primo maggio dell’anno giubilare. Il Pontefice era già segnato dalla malattia. Quando D’Antoni salì sul palco per salutarlo uno dei cardinali disse al Papa: “Santità, questo è il Segretario della Cisl che ci ha aiutato molto per la riuscita di questa giornata”. Giovanni Paolo II lo abbracciò teneramente , come un padre abbraccia un figlio, mormorandogli per ben due volte: “Grazie, grazie, sia lodato Gesù Cristo”. D’Antoni aveva insistito con Cofferati(fino a minacciare un primo maggio “separato”) per convincere anche la Cgil ad essere a Tor Vergata e rinunciare alla tradizionale manifestazione di San Giovanni. Migliaia e migliaia di giovani cantavano: "Giovanni Paolooo, Giovanni Paolooo." Quell’anno il protagonista del Primo maggio fu il Papa operaio che ha cambiato il mondo.

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