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Quale pena per gli assassini di Erba?
venerdì 12 gennaio 2007
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Il massacro di Erba è un fatto tragico che deve farci riflettere. Tutta l’Italia è incredula, stordita, commossa. Una intera famiglia(compreso un bambino di due anni ,sgozzato come una gallina) è stata massacrata da due pazzi (marito e moglie) per una comune lite condominiale. E’ stato un misto di barbaria, xenofobia, delirio. Una delle vittime, la giovanissima Raffaella,aspettava un figlio dal marito marocchino, che in un primo tempo era stato accusato(e subito scagionato) dell’orribile strage. Una famiglia sterminata,a sangue freddo, senza una ragione plausibile. Non esiste nesuna spiegazione sociologica, nessun movente. Questi sono solo due criminali assassini. Dopo aver massacrato i vicini di casa, i due coniugi di Erba sono andati a mangiare da McDonald come se nulla fosse. Erano ancora sporchi di sangue. Una freddezza agghiacciante. Una ferocia che forse non ha precedenti nella storia del nostro paese. Quale sentimento di pietà o di perdono si può invocare ora nei confronti di questi due mostri che hanno premeditato e pianificato questo terribile delitto? Quale pena(anche la più severa) potrà risarcire i parenti di quelle povere vittime innocenti? Eppure il padre di una delle vittime ha invocato il "perdono". Nei giorni scorsi, tanta gente,a cominciare da Marco Pannella, si è mobilitata giustamente contro la barbara esecuzione di Saddam. L’ONU ha chiesto a tanti paesi di abolire o sospendere la pena capitale. Una richiesta legittima, sacrosanta. Ma quando accadono episodi come quelli di Erba( o come la morte assurda del piccolo Tommy, qualche mese fa) anche i grandi valori etici vacillano. La vita è sacra. Ma proprio per questo va rispettata da tutti. Dopo questa ennesimo delitto, anche per tanti convinti credenti, si pone il dilemma: quale pena, quale punizione esemplare deve essere data ad assassini così spietati? Può bastare il carcere a vita? O esiste una pena ancora più dura? E' un dibattito che esploderà, nelle prossime settimane. Ne siamo certi. Speriamo che non diventi in Italia(come al solito) una occasione per fare propaganda politica e teatrini televisivi.

Roma 12 gennaio 2009

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