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Ventuno ritratti nel paese di Antonino Uccello
giovedì 22 dicembre 2005
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Si può svelare l’anima di un paese antico come Palazzolo Acreide attraverso il ritratto appassionato di ventuno personaggi, noti e meno noti, del secolo scorso ? Nel solco della grande tradizione etno-antropologica siciliana, è l’esperimento condotto da Nello Blancato(Eran ventuno. Persone e personaggi palazzolesi”, Morrone Editore, euro 12,00), studioso di storia e tradizioni popolari, amico e collaboratore di Antonino Uccello, che proprio a Palazzolo Acreide volle creare la sua “Casa” Museo. Nel libro di Blancato scorre, come in un grande palcoscenico, la cronaca di tante vicende di “vita ordinaria”:un meraviglioso campionario umano in cui i protagonisti sono uomini e donne di una Sicilia popolare e contadina, con i loro pittoreschi e drammatici sfondi, in un microcosmo fatto di mestieri scomparsi o dimenticati, credenze, valori, regole. Il risultato è un grande affresco, fin troppo colorito, dove si muovono umili eroi, come il contadino-guaritore Paolo Pirruccio, detto “U Prizzaturi”, che aveva iniziato curando gli animali, e poi era passato alle persone rimettendo a posto le fratture, far passare “u scantu” o il fuoco di Sant’ Antonio. C’è la storia commovente del primo sindaco del dopoguerra a Palazzolo Acreide: Saro Branca, l’ ”uomo del popolo”, figlio di contadini ma elegante e raffinato, che fece costruire un ospizio con i diecimila dollari raccolti ad Hartford in una colletta tra i tanti emigrati siciliani. Ma c’è anche la vita carnevalesca e cinica di Turi Rizza, un geniale falegname che per trent’anni si era fatto beffa di tutti con i suoi carri allegorici e le sue esibizioni ”istrionesche”. Per non parlare del mitico Don ‘Mmastianu Culosa”, autista in seconda, gommista- biciclettaro, sempre nero come la pece, ma amante dell’acqua ,tanto da insaponarsi a mare persino con l’Olà… Come in un romanzo, Blancato analizza minuziosamente tutti i protagonisti delle sua ricerca,che spesso traggono il proprio nomignolo dalle stesse caratteristiche somatiche(’A Quararàra, Pippino l’uoruvu, Peppi ’u Zuoppu). Ho avuto la fortuna di conoscere molti di questi grandi e piccoli personaggi nel Paese della mia Fanciullezza. Ciascuno di essi ha lasciato una impronta nella memoria collettiva dei palazzolesi, i quali devono essere grati a Nello Blancato per averli tirato fuori dall’oblio e consegnato alla storia.

La Sicilia 22 dicembre 2005
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